4. RILANCIO DEI QUARTIERI E DELLE FRAZIONI
4. RILANCIO DEI QUARTIERI E DELLE FRAZIONI
Le sedi di quartiere devono diventare significativi luoghi di aggregazione e “laboratori” strategici di idee e progetti.
Devono contribuire attivamente anche al presidio del territorio, ponendosi come punto di riferimento per l’intera frazione e come “ponte” efficace tra cittadino e istituzioni. Qual è la vocazione che si intende dare alle frazioni? Sono distretti “dormitorio”? È sufficiente avere qualche esercizio commerciale, il bar e la parrocchia? Quali sono le sfide urbanistiche, di socializzazione, di sviluppo economico, di lotta al degrado e di sicurezza per i cittadini?
Il programma si articola in otto punti sostanziali
1) Il “Comune sotto casa”. Nei quartieri non esistono sportelli decentrati del Comune. Per sbrigare le pratiche è quindi obbligatorio andare allo Sportello Facile in Comune. Il nostro obiettivo, in una società non ancora totalmente digitalizzata, è decentrare una vasta gamma di servizi comunali, trasferendoli dal palazzo municipale in almeno sei sedi periferiche di quartiere. Qui si potranno sbrigare diverse pratiche burocratiche, accorciando le distanze tra cittadini e municipalità.
2) Agente di prossimità. Il presidio del territorio per contrastare il dilagante fenomeno della microcriminalità a Cesena è una delle priorità programmatiche della coalizione. Noi pensiamo che l’esperienza del Vigile di Quartiere sia da riprendere e rivitalizzare. Un presidio costante del territorio è indispensabile per contrastare le infiltrazioni malavitose, ridurre il degrado e contrastare aree ormai consegnate allo spaccio e all’illegalità. In ogni sede di quartiere, dunque, graviterà una figura preposta all’ascolto, al presidio e all’intervento operativo in caso di necessità.
3) Potenziamento dei Servizi Asl. All’interno delle sedi di quartiere dovranno essere potenziati i cosiddetti Servizi di Prevenzione dell’Ausl. L’obiettivo è implementare le prestazioni basiche della sanità (misurazione
della pressione, controllo della glicemia, prelievi, servizio infiltrazioni, ecc.) e dotare tutte le sedi di almeno un defibrillatore.
4) Punto di ascolto per anziani e progetto FACILE70. La sede di quartiere deve diventare anche un “punto di ascolto” per gli anziani e le fasce più disagiate della società e, attraverso operatori adeguatamente formati, deve offrire all’utenza le prime risposte concrete. Per tutti i nuclei familiari “over 70” si propone, in particolare, l’istituzione di una figura cui fare riferimento per tutte le problematiche che riguardano non solo il rapporto con il Comune, ma con tutta la Pubblica Amministrazione (in particolare ASL, INPS, INAIL ecc.), contattabile via telefono (in orari prestabiliti) o via mail. Possibilità di visita anche a domicilio.
5) Biblioteca di Quartiere, punto centrale della Cultura diffusa. La cultura e l’arte sono spesso concentrate nel centro città. Serve un “ponte” che riesca a colmare queste distanze e serve soprattutto uno spazio concreto a cui agganciare una politica di rilancio delle periferie. E quello spazio sono le Biblioteche di quartiere, che devono diventare luoghi dinamici in cui convogliare interessi, progetti ed eventi. Devono proporre iniziative concrete per la frazione, calendarizzando una serie di appuntamenti pubblici con carattere di continuità che, laddove possibile, vanno creati in stretta sinergia con le risorse della comunità. Dunque, non più sportelli asettici dove “prendere solo in prestito un libro”, ma vere e proprie consolle operative che contribuiscano fattivamente, oltre alla promozione della lettura, anche a vivacizzare la vita culturale del quartiere e a rafforzare il senso di comunità e di appartenenza al territorio.
6) Social Street. Scopo del progetto – abbinato anche alla esperienza delle “banche del tempo” – è quello di favorire le pratiche di buon vicinato, socializzare con i vicini della propria strada di residenza al fine di instaurare un legame, condividere necessità, scambiarsi professionalità, conoscenze, portare avanti progetti collettivi di interesse comune e trarre quindi tutti i benefici derivanti da una maggiore interazione sociale.
7) Piano eventi diffuso nei quartieri. Ci sono iniziative e manifestazioni che, in passato, si è deciso di concentrare nei soliti spazi del centro storico, a discapito di altri luoghi più periferici. Occorre invece decentrare in maniera più sistemica molti eventi pubblici, distribuendoli anche nelle realtà più periferiche del comune. Ad esempio, nel caso dei vernissage letterari, non è sempre necessario collocarli alla Malatestiana, ma possono essere degnamente ospitati anche in altri contenitori, come le biblioteche di quartiere appunto.
8) Far tornare la democrazia nei quartieri. La funzione di ascolto e di presidio di un organo consultivo come il Quartiere è fondamentale per poter governare il territorio “da vicino”. Con l’eliminazione dell’elezione diretta dei consigli di quartiere è stata reciso il collegamento con i cittadini, nell’illusione che Carta Bianca e il coinvolgimento per il bilancio partecipativo fossero surrogati per avere un contatto diretto con la cittadinanza. Per la coalizione è ora di tornare ad eleggere direttamente i rappresentanti di organismi decentrati, e organizzare un vero sistema di consultazione, coinvolgimento, partecipazione, condivisione con i territori, attraverso e con il protagonismo delle persone che vivono e ascoltano i cittadini nelle frazioni. È il Comune che deve andare sotto casa. Torna il tempo del Dialogo, dell’Ascolto e della Condivisione.