11. TURISMO COME RICCHEZZA DELLA CITTÀ
11. TURISMO COME RICCHEZZA DELLA CITTÀ
Valorizzazione dei beni artistici della città.
Le politiche sul turismo della passata amministrazione sono state – risultati alla mano – fallimentari. Non lo sosteniamo solo noi, ma ce lo conferma, in primis, l’associazione degli albergatori cesenati, secondo cui le presenze complessive nelle strutture ricettive della città sono ascrivibili per il 90% al segmento business, per il 7% al cosiddetto “turismo del dolore” (quello cioè che orbita attorno ai servizi ospedalieri del “Bufalini”) e solo per il 3% al vero turismo artistico-culturale.
1) Valorizzare i tesori artistici cesenati
In questo scenario da “anno zero”, la nostra prima proposta è una valorizzazione più capillare e strutturata dei beni culturali di Cesena, partendo dalla biblioteca Malatestiana, che deve diventare la “locomotiva” della nostra offerta turistica. In una logica più generale serve una strategia di marketing e comunicazione in grado di promuovere in maniera più efficace i singoli beni del nostro patrimonio cittadino con progetti più specifici e profilati. Serve dunque uno studio modulato per la valorizzazione turistica della Biblioteca Malatestiana e della Rocca Malatestiana, mentre la Basilica del Monte dovrà diventare un importante riferimento per il turismo religioso. Occorre valorizzare la centuriazione cesenate, dando vita ad un vero e proprio parco archeologico a cielo aperto (anche attraverso fondi europei), inteso come grande contenitore di eventi e iniziative riservate a studiosi e turisti, in collaborazione con i quartieri sui quali insiste. Anche il complesso delle miniere di Formignano a Borello dovrà essere promosso attraverso campagne di comunicazione ed attività finalizzate a far conoscere l’affascinante storia che lo caratterizza.
Malatestiana “locomotiva dello sviluppo”
Al centro del nostro progetto turistico, come anticipato, c’è la biblioteca Malatestiana, patrimonio dell’Unesco, in assoluto il bene più prezioso della città e dunque, per storia e potenzialità ricettive, il “traino” più efficace per innalzare l’appeal della Cesena turistica.
Valorizzare turisticamente la Malatestiana significa:
a) Creare un vero e proprio brand e una comunicazione dedicata per sottolineare ed enfatizzare l’unicità della struttura.
b) Rivedere radicalmente il concetto di “gestione delle visite”, uscendo dal canovaccio classico della “visita guidata” e rilanciando invece, anche attraverso le tecniche multimediali, l’elemento “experience”.
c) Raccontare la storia della biblioteca, dalle origini ai giorni nostri, per accompagnare il visitatore anche lungo un percorso temporale che aiuti a comprendere meglio il presente. Da Violante ai Malatesta, serve un nuovo canovaccio e nuove tecniche di racconto per rendere più entusiasmante la narrazione storica.
d) Implementare la rete delle biblioteche, uscendo anche dai circuiti regionali per aprirsi ai circuiti internazionali.
e) Ristudiare la mappa degli ingressi della biblioteca, pensando anche ad un’entrata posteriore, azzerando le barriere architettoniche e finanziando un restyling estetico, preludio ad un nuovo percorso della Malatestiana.
2) Un percorso culturale
Dopo aver ottimizzato i singoli beni artistici, occorre cristallizzare un percorso culturale coerente, in grado cioè di metterli in rete ed arrivare ad una proposta turistica più organica e strutturata. Parallelamente è necessario un progetto di mobilità integrata che renda più fruibile e coordinato il percorso turistico. L’idea finale è quella di offrire ai visitatori di Cesena un itinerario di grande fascino e valore per ampliare le tappe e favorire la mobilità in diversi angoli della città.
3) Sistema Romagna
Il terzo punto è la sinergia con gli altri territori (dal mare alle colline), per arrivare a formulare una proposta turistica più complessiva e territoriale e non disperdere il lavoro compiuto sul brand Romagna che rappresenta un asset strategico importante, ma non esclusivo per la crescita globale del nostro filone turistico e l’affermazione di un nuovo Rinascimento cesenate.
4) Soppressione della tassa di soggiorno, sgravando gli albergatori da pratiche burocratiche troppo complesse e allineandoci alle politiche dei vicini comuni di Forlimpopoli e Bertinoro che non hanno mai introdotto l’imposta.
5) Maggior coordinamento tra Comune e strutture ricettive con la condivisione di un calendario eventi che consenta ad entrambi i soggetti una programmazione più logica.
6) Contrasto alle strutture non in regola per scongiurare il drastico abbassamento della qualità ricettiva che, come noto, si ripercuote negativamente sull’immagine di tutta la località.
7) Revisione del modello dello Iat, l’ufficio preposto alla gestione del turismo, creando un “ufficio unico territoriale del turismo”.
8) Tour dei luoghi dimenticati, perché troppi tesori artistici e culturali di Cesena, in questi anni, sono stati del tutto ignorati dall’ente pubblico. Con il supporto di esperti avvieremo una mappatura di queste eccellenze per ampliare – anche per i cesenati – le opportunità culturali di visita.